infomountain

Home page   Caratteristiche   Gite      Foto gite   Sicureza in Montagna  La pagina di Lamberto Delmirani   Foto di Piera Cappelli   Foto Giovanni Silvestri    Costi CAI Roma     Articoli  Link  Contatti 

 Il volontariato nel Club Alpino Italiano    Lettera di chiarimenti al notiziario mensile Lo Scarpone    Statuto e Regolamenti CAI      Alla scoperta dell'Etna nel 1991      Nucleare   La galleria di Serralunga

Lettera del CAI agli organi di governo      Vista di Campo Felice a novembre 2011      Sci alpinismo nel massiccio del Dammastock    Sci alpinismo Nemdaz Zermatt       Sci alpinismo nel massiccio del Silvretta 

Sci alpinismo nelle Alpi Marittime   Sci alpinismo nel massiccio del monte Thabor    Sci alpinismo in Vanoise   Sci alpinismo sui Pirenei    Sci alpinismo nel Todi Nord   Sci alpinismo nelle Alpi Bernesi

Gran Sasso, la valanga di Campo Pericoli 28 febbraio 1982       INDICE ALFABETICO

L'ARTICOLO E' STATO INVIATO IN DATA 5 MARZO 2011 ALLO SCARPONE, ECCO LA RISPOSTA DEL 11 MARZO 2011:

Gentile Gianfranco Lelmi
La sua lettera è stata inoltrata ai vertici dell'Organizzazione centrale
e data la delicatezza dell'argomento, attendiamo risposte prima di pubblicare.
Cordiali saluti
L.S.  

-------------------------------------------------------------------------------------------------------

29 MARZO 2011

Gentile L.S.  

Gradirei conoscere la decisione dell’Organizzazione Centrale.

 Cordiali saluti.

 Gianfranco Lelmi


 

 

 

Il volontariato nel Club Alpino Italiano

 

di Gianfranco Lelmi

 

 

Nello Statuto Sezionale Tipo e nello Statuto del Club Alpino Italiano, in maniera specifica vengono enumerate le voci alle quali il socio è tenuto a rispondere:

quota associativa di iscrizione (prima volta), quota associativa annualecontributo ordinario per pubblicazioni sociali e coperture assicurative, eventuali contributi straordinari destinati a fini istituzionali.

Con il supporto del concetto di autonomia associativa, oltre al costo della quota associativa, qualche sezione aggiunge costi supplementari: per far parte di gruppi che esplicano attività varie nell’ambito sezionale, occorre pagare ulteriori quote;  per poter partecipare alle attività sociali svolte in ambito sezionale occorre pagare ogni qualvolta si desideri aderire.

Sia la struttura centrale del Club Alpino Italiano, dotata di personalità giuridica, che le strutture periferiche (le sezioni sono soggetti di diritto privato)  basano la loro attività senza fini di lucro, sul volontariato.

 

Questo concetto viene ampiamente ribadito nella risposta data dal CAI Sede Centrale, tempo fa a Giulio Tremonti con la quale si evidenziava che i 305.000 soci del CAI operano in regime di totale volontariato, “ i responsabili locali non prendono un’ euro”.

La legge n. 266 del 11 agosto 1991 (Legge Quadro sul volontariato) in base all’art. 2 specifica che per attività di volontariato deve intendersi quella attività prestata in modo personale, spontaneo e gratuito, tramite l’organizzazione di cui il volontario fa parte. L’attività di volontariato non può essere retribuita in alcun modo. Al volontario possono essere soltanto rimborsate le spese effettivamente sostenute per l’attività prestata.

In base al regolamento degli accompagnatori di escursionismo (2 a Edizione 2010), l’articolo 3 specifica che l’accompagnatore “si impegna a promuovere, organizzare, svolgere, coordinare la pratica dell’escursionismo e della sentieristica con spirito di servizio, volontario e gratuito, nel rispetto delle leggi vigenti, leggi nazionali e locali, degli Statuti e Regolamenti del CAI e delle delibere degli organi di governo del CAI competenti per territorio.

Da quanto espresso risalta che il costo specifico di una gita imposto da qualche sezione sotto la voce contributo spese accompagnatori, contrasta con quanto sopra indicato, poiché la presenza di un numero di partecipanti considerevole fa senz’altro superare la quota di rimborso spese.

Inoltre la voce contributo spese di segreteria, sempre in presenza di un numero di partecipanti considerevole, spesso non è giustificabile nel suo ammontare.

Concludendo,  il contributo spese accompagnatori ed il contributo spese di segreteria sono fattori che oltre alla quota sociale, incidono in maniera spropositata nelle tasche del socio che con maggiore frequenza vuole avvicinarsi alla montagna.

Inoltre in merito all’appartenenza in ambito sezionale al Gruppo Seniores, con la richiesta di una quota che è quasi pari a quella sociale, si adotta un’iniziativa estremamente sconsiderata.

La novità lanciata da qualche sezione, rischia di attirare l’attenzione di altre sezioni spingendole ad attivarsi alla stessa maniera.

Se la Sede Centrale del CAI seguiterà ad ignorare il problema, trincerandosi dietro il concetto di autonomia organizzativa delle sezioni, presto il tutto si trasformerà in un “boomerang” negativo che colpirà tutto il mondo della montagna.

Inoltre gli usi ed i costumi, nell’ambito del CAI non hanno mai contemplato quelle voci aggiuntive sopra menzionate, tutte le sezioni riuscivano e tutt’ora la maggior parte riescono a gestire, seguendo un linea di condotta responsabile, sedi ed attività, senza ricorrere a strumenti penalizzanti che riservano la montagna a beneficio di categorie più abbienti.

 

 

Art. 21 della Costituzione: “Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione”.

 

Art. 19 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani: “Ogni individuo ha diritto alla libertà di opinione e di espressione…..”

 

Quanto pubblicato sullo Scarpone

di agosto 2011

Nello Statuto Sezionale Tipo e nello Statuto del Club Alpino

Italiano, in maniera specifica vengono enumerate le voci alle

quali il socio è tenuto a rispondere: quota associativa di iscrizione

(prima volta), quota associativa annuale, contributo

ordinario per pubblicazioni sociali e coperture assicurative, eventuali

contributi straordinari destinati a fini istituzionali.

Con il supporto del concetto di autonomia associativa, oltre al

costo della quota associativa, qualche sezione aggiunge costi supplementari:

per far parte di gruppi che esplicano attività varie nell’ambito

sezionale, occorre pagare ulteriori quote; per poter partecipare

alle attività sociali svolte in ambito sezionale occorre pagare ogni

qualvolta si desideri aderire. Sia la struttura centrale del Club Alpino

Italiano, dotata di personalità giuridica, che le strutture periferiche

(le sezioni sono soggetti di diritto privato) basano la loro attività

senza fini di lucro, sul volontariato.

Questo concetto viene ampiamente ribadito nella risposta data dal

CAI Sede Centrale, tempo fa a Giulio Tremonti con la quale si evidenziava

che i 305.000 soci del CAI operano in regime di totale volontariato,

“i responsabili locali non prendono un’ euro”.

La legge n. 266 del 11 agosto 1991 (Legge Quadro sul volontariato)

in base all’art. 2 specifica che per attività di volontariato deve intendersi

quella attività prestata in modo personale, spontaneo e gratuito,

tramite l’organizzazione di cui il volontario fa parte. L’attività di

volontariato non può essere retribuita in alcun modo. Al volontario

possono essere soltanto rimborsate le spese effettivamente sostenute

per l’attività prestata.

In base al regolamento degli accompagnatori di escursionismo (2 a

Edizione 2010), l’articolo 3 specifica che l’accompagnatore “si impegna

a promuovere, organizzare, svolgere, coordinare la pratica dell’escursionismo

e della sentieristica con spirito di servizio, volontario

e gratuito, nel rispetto delle leggi vigenti, leggi nazionali e locali,

degli Statuti e Regolamenti del CAI e delle delibere degli organi di

governo del CAI competenti per territorio.

Da quanto espresso risalta che il costo specifico di una gita imposto

da qualche sezione sotto la voce contributo spese accompagnatori,

contrasta con quanto sopra indicato, poiché la presenza di un

numero di partecipanti considerevole fa senz’altro superare la quota

di rimborso spese. Inoltre la voce contributo spese di segreteria,

sempre in presenza di un numero di partecipanti considerevole,

spesso non è giustificabile nel suo ammontare.

Concludendo, il contributo spese accompagnatori e il contributo

spese di segreteria sono fattori che oltre alla quota sociale, incidono

in maniera spropositata nelle tasche del socio che con maggiore frequenza

vuole avvicinarsi alla montagna.

Inoltre in merito all’appartenenza in ambito sezionale al Gruppo

Seniores, con la richiesta di una quota che è quasi pari a quella sociale,

si adotta un’iniziativa estremamente sconsiderata.

La novità lanciata da qualche sezione, rischia di attirare l’attenzione

di altre sezioni spingendole ad attivarsi alla stessa maniera.

Se la Sede Centrale del CAI seguiterà ad ignorare il problema, trincerandosi

dietro il concetto di autonomia organizzativa delle sezioni,

presto il tutto si trasformerà in un “boomerang” negativo che colpirà

tutto il mondo della montagna. Inoltre gli usi ed i costumi, nell’ambito

del CAI non hanno mai contemplato quelle voci aggiuntive sopra

menzionate, tutte le sezioni riuscivano e tutt’ora la maggior parte

riescono a gestire, seguendo un linea di condotta responsabile, sedi

ed attività, senza ricorrere a strumenti penalizzanti che riservano la

montagna a beneficio di categorie più abbienti.

Gianfranco Lelmi

Sezione di Roma

La lettera del socio Gianfranco Lelmi, che volentieri pubblichiamo,

è stata sottoposta per conoscenza alla Commissione centrale

per l’escursionismo. E la commissione l’ha presa in esame riconoscendo

che la problematica riguarda aspetti gestionali delle attività

sezionali che, seppure a titolo esemplificativo, fa riferimento al

vissuto del Gruppo Seniores della sezione romana e non manifesta

un diretto ed esplicito coinvolgimento della CCE o dello stesso GL

Seniores centrale. Pur evitando di esprimere un parere che potrebbe

configurarsi come atto d’ingerenza in ambiti che non le competono

poiché di esclusiva attribuzione delle sezioni, la CCE si

dichiara favorevole a una discussione allargata nella stampa

sociale riservandosi un successivo intervento nel suo ambito esclusivo

di competenza e nel rispetto dei regolamenti vigenti.

 

 

 

 

 

 

Foto Lelmi – Sci alpinismo sulle pendici della Gran Casse